Aritzo (Arìtzo in sardo) è un comune italiano situato nella provincia di Nuoro, nell’antica regione della Barbagia di Belvì. Con una popolazione di 1.195 abitanti, Aritzo è conosciuta in Sardegna come una località di villeggiatura montana, sia durante l’estate che durante l’inverno, grazie alla sua posizione strategica ai piedi del monte Gennargentu, a un’altitudine di 800 metri sul livello del mare.
Il nome Aritzo sarebbe derivato dai ricci di castagno, una pianta abbondante nella zona. Alcuni studiosi fanno anche riferimento alla lingua basca, in cui “areitz” o “haritz” significano “quercia” o “castagno”, suggerendo un possibile prestito linguistico.
L’area di Aritzo è stata abitata fin dal periodo neolitico, come testimoniano la presenza di alcune domus de janas (tombe preistoriche) e di una tomba dei giganti risalente all’epoca nuragica. Successivamente, Aritzo fu un centro di insediamento punico, come dimostrano i ritrovamenti di depositi con monete puniche e una tomba con oggetti in bronzo, ora custoditi nel museo archeologico di Cagliari.
Durante il medioevo, Aritzo fece parte del Giudicato di Arborea e della curatoria della Barbagia di Meana. Dopo la caduta del giudicato nel 1420, passò sotto il dominio aragonese a seguito della guerra sardo-catalana. Durante il periodo aragonese, Aritzo fu incorporato nella signoria della Barbagia di Belvì e rimase sotto questo dominio fino al 1840, quando fu riscattato agli ultimi feudatari diventando un comune amministrato da un sindaco e da un consiglio comunale.
Passeggiando lungo corso Umberto I, la via principale del paese, è possibile ammirare la chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo, che risale al XVI secolo ma presenta anche parti più antiche dell’XI secolo. Si possono inoltre visitare le ex prigioni spagnole del XVII secolo, conosciute come Sa Bovida, dove nel 1793 furono imprigionati alcuni ufficiali francesi grazie alla massima sicurezza dell’edificio. Un altro punto di interesse è la casa Devilla, un complesso architettonico che conserva intatto il nucleo originario risalente al XVII secolo e che fu teatro dell’uccisione del poeta Bachisio Sulis nel cortile interno. Infine, il castello Arangino, costruito in stile neogotico nel 1917 dal cavalier Vincenzo Arangino, rappresenta un’altra attrazione di Aritzo.
Una caratteristica distintiva del paese sono le antiche case costruite in scisto e abbellite da balconi in legno. Inoltre, Aritzo vanta un museo etnografico che ospita migliaia di oggetti legati alla tradizione agro-silvo-pastorale, offrendo ai visitatori un’opportunità di conoscere e apprezzare la cultura locale.
Oltre alla chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo, ad Aritzo si trovano anche la chiesa di Sant’Antonio di Padova e la chiesa di Santa Maria della Neve. In passato, erano presenti anche le chiese di Sant’Antonio Abate e Santa Vitalia, di cui rimane memoria solo in alcune immagini. Alcuni pezzi dell’altare ligneo della chiesa di Sant’Antonio Abate sono conservati nel museo etnografico, mentre alcuni pezzi architettonici sono gelosamente custoditi nei giardini delle case private.
Aritzo è nota anche per le sue tradizioni e feste religiose. La “sagra delle castagne e delle nocciole”, nata nel 1972, si tiene nell’ultimo fine settimana di ottobre e attira quasi 50.000 visitatori in due giorni. Altre feste importanti includono Sant’Antonio Abate, San Michele, Sant’Antonio da Padova, San Giovanni, Sant’Isidoro, San Basilio, Madonna della Neve e la sagra della Carapigna.
In conclusione, Aritzo è un affascinante comune montano che offre ai visitatori la possibilità di immergersi nella sua storia millenaria, ammirare le sue architetture, scoprire la sua cultura tradizionale e partecipare alle sue festività locali.
Tiuliano, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons
Discanto, CC0, via Wikimedia Commons
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